Anziana sorridente in fotografia, rappresenta invecchiamento sano e attivo.
L’invecchiamento attivo: un inno alla vita che si rinnova
Immagine simbolica che raffigura un uomo di spalle di cui sia visibile la pelle, rappresentazione del ruolo della pelle per riconoscere i segnali precoci dell'HIV.
La pelle come sentinella della salute: l’importanza di riconoscere i segnali precoci dell’HIV
Anziana sorridente in fotografia, rappresenta invecchiamento sano e attivo.
L’invecchiamento attivo: un inno alla vita che si rinnova
Immagine simbolica che raffigura un uomo di spalle di cui sia visibile la pelle, rappresentazione del ruolo della pelle per riconoscere i segnali precoci dell'HIV.
La pelle come sentinella della salute: l’importanza di riconoscere i segnali precoci dell’HIV

Lo Spazio Europeo dei dati: azioni e sfide per l’Italia

Bandiera europea simbolo dello Spazio europeo dei dati sanitari (EHDS), iniziativa dell’UE per la sanità digitale.

Parlare dell’ EHDS significa porre sotto i riflettori una discussione importante. Facendo chiarezza, l’acronimo stante per European Health Data Space si riferisce ad una delle principali iniziative dell’Unione Europea per la costituzione di un ecosistema federato, sicuro e interoperabile dei dati sanitari. Un recente convegno, svoltosi alla Camera dei Deputati su iniziativa dell’on. Simona Loizzo, presidente dell’Intergruppo Parlamentare Sanità Digitale, ha esaminato tutti gli aspetti indispensabili affinché l’Italia possa essere operativa nei tempi e nelle modalità previste.

Il progetto europeo rappresenta un passo fondamentale verso la creazione di un ambiente condiviso per la gestione, lo scambio e l’utilizzo dei dati sanitari armonizzati tra gli Stati membri. Per l’Italia, l’obiettivo è quello di sviluppare un sistema nazionale allineato con le direttive UE, favorendo l’innovazione, migliorando la qualità delle cure e garantendo sostenibilità e tutela dei diritti dei cittadini. La necessità sarà implementare in modo efficace e rapido il Regolamento, in modo da assumere un ruolo attivo nello scenario europeo quanto all’utilizzo degli esiti di rilevazione volti a valorizzare la salute pubblica, la ricerca scientifica e l’innovazione industriale, tutto nel rispetto della protezione dei dati personali. Gli Stati dovranno essere pronti con un chiaro disegno di governance, infrastrutture e competenze per consentire l’uso secondario dei dati ai sensi del nuovo Testo di regolamentazione, in vigore già dal 26 marzo scorso. Di fatto, l’integrazione di diverse tipologie di risorse statistiche si presenta come il cuore di un sistema sanitario avanzato. I dati clinici (come cartelle cliniche, esami, diagnosi), genomici (informazioni sul patrimonio genetico) e ambientali (esposizioni a fattori di rischio, inquinamento, stile di vita) devono quindi essere combinati in modo coerente e sicuro. Questa integrazione permette di ottenere una visione olistica dello stato di salute della popolazione, facilitando diagnosi più tempestive e precise, trattamenti personalizzati e strategie di prevenzione mirate. La sfida principale è dunque sviluppare infrastrutture e standard condivisi che garantiscano interoperabilità, sicurezza e privacy dei dati.

Qual è dunque il ruolo della ricerca scientifica?

La ricerca scientifica resta il motore dell’innovazione nel settore sanitario. Attraverso studi clinici, analisi genomiche e ambientali, e l’applicazione di tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e il machine learning, si possono scoprire nuove terapie, biomarcatori e modelli predittivi. La ricerca si dirige anche verso lo sviluppo di nuove tecnologie e strumenti digitali, contribuendo ad un sistema sanitario più efficace, personalizzato e sostenibile. Per questo è importante che la ricerca sia integrata con esigenze cliniche e politiche di salute pubblica, consentendo il dispiego di un circolo virtuoso tra scoperta scientifica e applicazione pratica. L’ecosistema tecnologico e di ricerca coinvolge una vasta gamma di attori: istituzioni pubbliche e private, università, centri di ricerca, aziende biotech e tech, enti regolatori, professionisti sanitari e cittadini. A comunicare tra loro non basta siano i dati: serve coordinamento anche tra questi attori per creare un ambiente dinamico, innovativo e sostenibile, capace di rispondere alle sfide della salute moderna. La strategia deve puntare a creare un ambiente in cui i già citati dati clinici, genomici e ambientali siano integrati in modo etico e responsabile, favorendo innovazione, personalizzazione delle cure e prevenzione efficace. Inoltre, è fondamentale sostenere politiche di open science e di condivisione dei risultati, per accelerare il progresso scientifico e migliorare la salute della popolazione nel suo complesso.

Mani di medici che consultano dati sanitari su un tablet.

Il ruolo dell’Italia tra i dati sanitari: sfide ma opportunità

L’Italia, come uno dei paesi più importanti dell’Unione Europea, riveste un ruolo cruciale nel processo. La gestione delle informazioni armonizzate rappresenta un’opportunità determinante per poter rafforzare davvero il sistema sanitario nazionale e promuovere la ricerca. Tuttavia, non mancano anche molte complessità e sfide da affrontare al fine sfruttare appieno questa risorsa. Sappiamo tutti che il nostro Paese dispone di un sistema sanitario pubblico tra i più avanzati al mondo, con un patrimonio di dati clinici e sanitari molto ricco. Negli ultimi anni, sono stati avviati progetti come il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), che mira a centralizzare e digitalizzare le informazioni sanitarie dei cittadini, facilitando l’accesso e la condivisione tra medici, ospedali e altre strutture sanitarie.

Sulla privacy 

Ad ogni modo, è necessario garantire che la gestione dei dati sanitari rispetti rigorosamente le normative europee, come il GDPR (una legge dell’Unione Europea incentrata sulla protezione dei dati e sulla privacy per le persone all’interno dell’UE), tutelando la privacy dei cittadini. La sensibilità di queste informazioni richiede sistemi di sicurezza avanzati e un’attenzione particolare alla trasparenza e al consenso.

Quali fattori considerare per una corretta informazione?

Anzitutto, nonostante i progressi, molte regioni italiane presentano ancora disparità nelle infrastrutture digitali. La digitalizzazione completa e uniforme dei sistemi sanitari rappresenta una sfida importante, soprattutto nelle aree più remote o meno sviluppate.

Inoltre, la mancanza di standard uniformi per la raccolta e l’archiviazione dei dati può ostacolare la condivisione efficace delle informazioni tra diverse strutture e a livello interregionale. A partire da questo, l’Italia deve lavorare per costituire un sistema interoperabile a livello nazionale e europeo.

Infine, operatori sanitari e cittadini devono essere formati all’uso consapevole e sicuro dei dati digitali. La cultura digitale nel settore sanitario è ancora in evoluzione e richiede investimenti in formazione e sensibilizzazione.

Il futuro 

Oltre le sfide, l’Italia ha grandi opportunità di posizionarsi come attore chiave sullo scenario europeo. Investendo, come già detto, in infrastrutture, sicurezza, standardizzazione e formazione, è possibile migliorare significativamente la qualità delle cure, aiutare la ricerca e contribuire alla creazione di un sistema sanitario più efficiente e innovativo. Affinché questo possa avvenire, si ribadisce la necessità di un impegno coordinato tra istituzioni, organizzazioni sanitarie, comunità scientifica, tecnologia e cittadini per superare le complessità delineate ed intraprendere una metamorfosi di tipo culturale, che riconosca la ricchezza di un patrimonio medico a beneficio  collettivo.

L’obiettivo è ambizioso ma vale lo sforzo. Poter trasformare i dati sanitari da mere voci d’archivio a risorse vive e dinamiche vuol dire essere pronti ad accogliere un punto di svolta decisivo per l’interpretazione del concetto stesso di salute.

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Annalisa Manduca
Annalisa Manduca
Giornalista, conduttrice radiofonica e conduttrice televisiva.