
14 giugno: Giornata Mondiale dei Donatori di Sangue – Un gesto di solidarietà che salva vite

Le connessioni che ci tengono insieme: tra solitudini, scienza e sanità in un mondo in rapido cambiamento
Oltre il silenzio: il coraggio di chi lotta contro i disturbi alimentari

La giornata del 2 giugno, da poco trascorsa, rappresenta un momento di riflessione sui disturbi dell’alimentazione e della nutrizione che, in Italia, contano oltre 3 milioni di pazienti in carico al SSN e che, solo nel 2023, hanno provocato 3.000 morti. Resta fondamentale far riferimento ad una Giornata Mondiale, per ricordare a chi combatte questa battaglia che non si è mai davvero soli. Altrettanto importante è assicurare che ogni giorno del calendario segni la celebrazione del coraggio di chi ha lottato, e di chi continua a farlo. Per poter fare ciò, occorre salvaguardarne i colori, tenendoli fuori dall’invisibilità. Occorre parlarne.
Tra i numerosi disturbi, oltre ad anoressia e bulimia, esistono anche patologie diffuse ma meno note, come l’ortoressia (ossia la ricerca ossessiva di una dieta sana), la vigoressia (l’eccessiva attenzione per la forma fisica), la diabulimia (pazienti con diabete di tipo 1 che omettono l’insulina per dimagrire) e il Binge Eating Disorder (BED), ovvero il disturbo da alimentazione incontrollata (caratterizzato da abbuffate compulsive, a cui segue aumento di peso).
Questi disturbi possono avere un impatto molto forte sulla salute fisica e mentale di chi ne soffre e sono spesso legati a fattori psicologici, ambientali, sociali e a eventuali predisposizioni genetiche.
Laura Dalla Ragione, psichiatra, docente al Campus Biomedico e direttrice scientifica della rete pubblica umbra sui Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), conosce e studia da anni l’argomento e svolge un lavoro prezioso nel campo della salute mentale. Si occupa di aiutare le persone a comprendere meglio se stesse, a gestire le emozioni e a superare eventuali difficoltà psicologiche. Utilizza le sue competenze per ascoltare, supportare e guidare i suoi pazienti verso un benessere più stabile.
“Un fenomeno drammatico” – spiega l’esperta – “che si è aggravato ulteriormente durante la pandemia e i lockdown: durante i periodi di chiusura si è registrato un aumento del 30% di casi, soprattutto tra i giovanissimi, benché il fenomeno riguardi in generale anche adolescenti e giovani adulti. Infatti chi lavora nel campo dei disturbi alimentari” – aggiunge la psicologa – “si è trovato negli ultimi anni a dover combattere contro un potentissimo fattore di diffusione del disturbo attraverso i social media dove si sono moltiplicate a dismisura le informazioni per perdere peso”.
Il tempo trascorso sui social media e lo sviluppo di disturbi alimentari appaiono fortemente correlati. L’utilizzo anche solo passivo di questi strumenti può influenzare l’autostima e la percezione che si ha della propria immagine corporea, portando con sé un aumento di sintomi depressivi, l’interiorizzazione di ideali di magrezza e pratiche di monitoraggio del corpo.
“Le conseguenze di questi disturbi” – prosegue Dalla Ragione – “sono depressione, limitazione della vita sociale e lavorativa, compromissione degli apparati cardiaco e gastrointestinale, osteoporosi, morte per arresto cardiaco o suicidio. Le cause di morte sono collegate sia alle complicanze mediche sia all’alto tasso di suicidio. I dati sulla mortalità sono in aumento, ma sono molto disomogenei sul territorio: si muore di più nelle regioni dove non ci sono strutture specializzate.”
Il dolore delle famiglie è spesso profondo e complesso. I familiari vivono sentimenti di tristezza, preoccupazione e impotenza, perché vedono i propri cari soffrire e non sanno come aiutarli nel modo giusto. La preoccupazione per la salute mentale e fisica della persona ammalata, insieme alla frustrazione di non sapere come intervenire nel modo giusto, può generare un grande dolore e senso di insicurezza. È un percorso difficile, ma è importante ricordare che il supporto e la comprensione sono fondamentali per affrontare questa sfida. È inoltre indispensabile affidarsi a professionisti competenti e a centri qualificati.
“L’istituzione della rete degli ambulatori multidisciplinari in Italia” – conclude Dalla Ragione – “ha costituito un importante passo in avanti nel percorso di cura dei pazienti, ma è ancora presente in modo troppo disomogeneo sul territorio: delle 164 strutture censite nel 2025 dall’Istituto Superiore di Sanità, il maggior numero dei centri (85) si trova nelle regioni del Nord, al Centro se ne trovano 38, e 41 sono distribuiti tra Sud e Isole.
Il Ministero della Salute ha rifinanziato con 10 milioni di euro per il 2025 il Fondo nazionale per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione, ma la speranza resta quella di vedere i DCA inseriti nei Livelli essenziali di assistenza (LEA), in modo da assicurare l’assistenza ai pazienti in maniera strutturale.”
I numeri dell’emergenza
Il quadro che emerge dai dati del Ministero della Salute è allarmante. Nei primi anni 2000, in Italia, le persone che soffrivano di disturbi dell’alimentazione erano circa 300.000. Oggi sono oltre 3 milioni. Un fenomeno in costante crescita, soprattutto tra le adolescenti, tanto da rappresentare la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. La fotografia scattata dal Ministero mostra anche un sensibile aumento della componente maschile: i pazienti uomini sono ormai il 20% del totale.
Inoltre, il Numero Verde nazionale “SOS disturbi alimentari”, segnala un drastico aumento di richieste di aiuto, che sono raddoppiate nel 2020 e triplicate nel 2023. Nel dettaglio, in Italia, solo nel 2023, i decessi per malattie legate ai disturbi dell’alimentazione sono stati 3780, e il numero di persone che ne soffre aumenta sempre di più: 680.569 nuovi casi nel 2019, e 1.680.456 nel 2023.
800 180 969 è il Numero Verde nazionale “SOS Disturbi Alimentari”, anonimo e gratuito, attivo dal 2011. È stato istituito a Todi dalla Presidenza del Consiglio e dall’Istituto Superiore di Sanità.
Un libro per capire
Laura Dalla Ragione è autrice, insieme a Raffaela Vanzetta, di Social Fame. Adolescenza, social media e disturbi alimentari (Il Pensiero Scientifico Editore).
Si tratta di un’opera che cerca di sensibilizzare sull’importanza di un uso consapevole dei social, e di promuovere il benessere psicologico tra i giovani. Si affronta il tema dell’impatto dei social media sulla vita degli adolescenti, e in particolare il modo in cui essi possano influenzare l’immagine di sé, le aspettative e i comportamenti dei giovani, contribuendo a creare pressioni e insicurezze che possono condurre all’insorgere dei diversi disturbi alimentari.